Già
esistente nel 983 d.c.
"(…) Alteram autem quae vocatur Titulus ubi dicitur
Villa cum capella sua in honore S. Mariae constructa".
Più volte restaurata attraverso i secoli, la chiesa non conserva
quasi nulla della sua pianta originale.
Di forma rettangolare con abside a volta, consta di sette altari.
L'altare maggiore, sotto la volta, e i due centrali, quello della
Madonna alla sinistra e quello di S. Rocco alla destra di chi
entra, risalgono al 1706 - 1708. Gli altri quattro, di S. Antonio
da Padova e del Sacro Cuore a sinistra e quelli di S. Giuseppe
e di S. Teresa del Bambin Gesù a destra, sono stati realizzati
tra il maggio 1933 ed il gennaio de1 1934.
Le decorazioni degli altari, come tutti gli affreschi della chiesa,
sono state eseguite in varie annate, comprese tra il 1936 ed il
1942, dal Prof. Antonio Soranzo e rappresentano scene di vita
sacra, ispirate al nuovo testamento.
La Via Crucis, in ceramica di Bassano, è stata inaugurata il 14
settembre 1952.
Il votivo sul lato sinistro, fino
a pochi anni fa conservato nella chiesetta campestre della Croce,
ricorda la pestilenza del 1866 e come Villa fu preservata da tale
calamità. Particolare attenzione meritano:
L'antica acquasantiera
in marmo bianco, situata in fondo alla chiesa, vicino la bussola
d'ingresso, composta di tre parti, risalenti a stili ed epoche
diverse. Difficilmente databile.
Il Giovanni Battista,
in legno dorato, collocato sopra il Fonte Battesimale, risale
al 1747.
Il tabernacolo in
pietra di Costozza, ora murato al fianco dell'altare maggiore,
già documentato agli inizi del 1500.
La decorazione di stile mantegnesco comprende due colonne con
capitelli corinzi sulle quali sono scolpiti dei "cantharus" (vasi
con fiori funebri) di tipologia paleocristiana.
Il vecchio Crocefisso in legno
di pioppo a destra dell'altare maggiore, databile tra il 1500
e il 1600, ispirato alla scuola di Donatello.
Il recente restauro, eseguito dallo scultore Silvano Soppelsa,
ha riportato alla luce la verniciatura originaria. Lo si può ora
ammirare in tutta la sua bellezza e nella particolare espressione
del volto.
Merita attenzione il colpo di lancia al petto, carattereristico
della scuola senese/fiorentina.
I due angeli in pietra
di Costozza, ai lati della volta dell'abside; realizzati
in un unico blocco di pietra fino al 1910 erano collocati sull'altare
maggiore, al posto degli attuali.
Il
lampadario di legno ricoperto di oro zecchino, sulla volta
dell'abside; fino al 1910, dotato di candele, era situato al centro
della vecchia chiesa come unica fonte di illuminazione.
La Madonna lignea con
vestito, risalente al 1800. Ora conservata nella cappella
adiacente la chiesa, sfila annualmente in processione il giorno
dell'Annunciazione, festa del patrono del paese.
L'organo a sette registri, inagurato il 20 luglio 1966.
La vecchia porta degli uomini,
in pietra di Costozza, datata 1710; è stata riportata alla luce
sul lato sinistro della chiesa, durante i lavori di risanamento
dei muri esterni eseguiti nel 2002.
L'antica tovaglia quaresimale
dell'altare della Madonna. Il prezioso ricamo su seta, risale
al 1855. Ora incorniciata, è collocata vicino all'altare di San
Rocco.
|
Cenni
storici
Il
primo documento in nostro possesso che cita l'esistenza, a Villa,
di una cappella dedicata alla Vergine Maria è un diploma imperiale,
firmato da Ottone II, Re di Sassonia, e risalente al 983 d. C..
Nel diploma viene riconfermata la proprietà della chiesa di Villa
ai Canonici della cattedrale di Verona, in seguito ad una donazione
fatta dal chierico Angelberto, soprannominato Reginzio:
"(…) Alteram autem quae vocatur Titulus ubi dicitur
Villa cum capella sua in honore S. Mariae constructa".
Ulteriori
conferme della proprietà si ripetono negli anni successivi da
parte di vari Imperatori e Papi, fino al 1145.
La chiesa è stata assegnata alla Diocesi di Padova, quasi sicuramente,
nel 1161, a conclusione di una lite intercorsa tra il Vescovo
patavino Giovanni Cacio e l'Imperatore Federico Barbarossa.
La descrizione della chiesa e dei suoi diversi restauri, che si
sono susseguiti nel corso dei secoli, sono documentati solo a
partire dalla visita pastorale di Nicolò Ormaneto del 29 ottobre
1572, la prima in nostro possesso.
Un restauro importante è stato eseguito tra il 1700 e il 1708,
con la costruzione degli altari tutt'ora esistenti: Altare Maggiore,
Altare della Madonna e Altare di S.Rocco, grazie ad una cospicua
donazione di un nobile padovano, Marco Antonio Pellegrino.
La donazione risale al maggio del 1702, ed è documentata in un'iscrizione
alla destra della porta dell'attuale sacrestia.
Ogn'uno dei tre altari reca al centro del frontale un intarsio
di marmo policromo raffigurante il proprio emblema.
Sovrasta l'altare maggiore il gran cappello dorato, in onore del
S.S. Sacramento. Particolarmente significativo è l'altare della
Madonna, la cui mensa è costituita da una
antica pietra tombale, recuperata dal pavimento della
vecchia chiesa.
Intorno all'effigie della Santa Vergine si possono ancora oggi
ammirare cinque degli originali quindici tondi in legno raffiguranti
i misteri del S. Rosario.
Altri restauri seguono nel 1874 e nel 1910. La chiesa nel 1935
è ulteriormente ingrandita: innalzata, ampliata e dotata dell'attuale
abside.
L' 11 settembre 1943 è consacrata con solenne rito dal vescovo
di Padova Carlo Agostini, come testimoniato dall'iscrizione sulla
parete fra l'altare della Madonna e quello di S. Antonio.
Anche il campanile ha subito diversi restauri negli anni. La sua
collocazione attuale, sul fianco sinistro della chiesa, risale
al 1861.
Alto 36 Mt., con cupola in rame, è dotato di quattro campane.
Al suo interno è conservato il vecchio orologio con carica manuale.
Una lapide marmorea, visibile ancora oggi sul muro della sacrestia,
ricorda invece la costruzione del primo campanile, avvenuta nel
1310 sotto il Podestà di Villa e Teolo, Marino Marini.
Gli ultimi lavori di restauro sono stati eseguiti tra il novembre
del 2002 ed il febbraio del 2003, sotto la guida di Don Marino
Ruggero, parroco di Villa dal marzo 2000, secondo le nuove disposizioni
liturgiche.
Questi sono: la nuova pavimentazione in marmo dell'abside, la
posa dei nuovi altare e ambone in marmo bianco, progettati dall'Arch.
Pierino Zanon, e le tre immagini, dipinte dal Prof. Ennio Zattarin,
sul fondale murato della porta del 1710, raffiguranti: Padre Leopoldo,
Madre Teresa di Calcutta e Padre Pio.
Documentazione
· Biblioteca Capitolare di Padova
· Biblioteca Capitolare di Verona
· Archivio Parrochiale S. Maria Annunziata
Ricerche e testo
· Roberto Belpiano
· Claudia Belpiano
· Adriano Gomiero
|
|